Valerian, il ritorno in grande stile di Luc Besson nella space-opera
Vent’anni dopo Il Quinto Elemento, Luc Besson torna alla space-opera con l’adattamento cinematografico del fumetto francese Valérian et Laureline. È la produzione francese più costosa della storia, basterà questo a far vincere la scommessa a Besson per essere ritornato al genere che predilige?
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Benvenuti nel XXVIII esimo secolo
Valerian e Laureline, creati da Christin et Mézières negli anni 60, sono due personaggi che hanno segnato la fantascienza francese. Le avventure dei due agenti spazio-temporali erano in anticipo sui tempi, sia sul piano grafico che su quello della sceneggiatura. Talmente d’avanguardia che, in seguito la saga ha ispirato un bel numero di opere (Star Wars in testa), ma non é mai stata adattata in film.
Per Besson é stata una scommessa voler portare sul grande schermo questo classico. Il regista ci ha messo tutto il suo amore, tutto il suo talento e soprattutto molti soldi per consegnarci un’opera sincera, bella, intensa, a volte maldestra, ma riuscita in maniera egragia. La sua opera.
Ogni sequenza é un pretesto per farci scoprire nuovi posti dell’universo
L’album “Ambasciatore delle Ombre” é stato scelto per essere messo su pellicola. Un volume scelto non a caso – il primo ad essere stato pubblicato fuori dalla Francia – rappresenta un buon punto d’inizio per esplorare l’universo di Valerian. Luc Besson non si é accontentato solamente di portare in vita questo racconto, ma é riuscito a trascriverne l’anima su celluloide. Il risultato? Un film che si discosta dai canoni abituali dei blockbusters americani.
Un universo incredibilmente fantasioso
Luc Besson si é misurato a rivisitare un universo sci-fi che festeggia quest’anno i suoi cinquant’anni. Ha modernizzato degli aspetti immancabilmente datati. Il regista parigino riesce a stupirci dall’inizio alla fine. Ogni scena, ogni luogo (e ce ne sono molti), ogni cultura aliena é un gioiello di immaginazione, un pretesto per mettere in scena ciò che può stupire lo spettatore, presentandogli a schermo, dei concetti sorprendenti, anche se verso la fine la verve scema un pochino.
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Un universo incredibilmente ricco che riesce a svilupparsi su tutte le due ore del film, ancora meglio che per il Quinto Elemento. Questa messa in scena titanica a volte come conseguenza, sembra schiacciare un po i personaggi, che vedono il loro sviluppo nascosto dagli stessi mondi che visitano. Ció nonostante, Besson riesce a raccordarsi con l’opera originale e a conservare la purezza di Laureline e il lato spavaldo di Valerian.
Dei personaggi lontani dai quali ci ha abituato Holliwood. L’avventura del film non é altro che un susseguirsi di peripezie che non hanno necessariamente lo scopo di sviluppare la storia principale.
Una narrazione troppo convenzionale, fatta di digressioni (a volte lunghe) che allontana i nostri eroi dal loro obbiettivo. Se la cosa su carta sembra appesantire lo schema narrativo, su schermo fa un altro effetto, tanto che ogni sequenza é studiata per essere una piccola storia a se stante. Il film non soffre quindi di questo collage.
Certe scenografie sono incredibilmente magnifiche e innovative
Valerian non é un film perfetto, poiché alcune delusioni arriveranno inevitabilmente a deturpare l’opera. Besson ha scelto di non affidarsi al compositore Eric Serra (come suo solito), ma piuttosto ad Alexandre Desplat. Anche se efficace, le sue partizioni sono troppo neutre per rimanere in testa. A tratti il regista insiste su battute comiche, come se avesse paura che lo spettatore non capisca subito. Come già detto alcune digressioni della sceneggiatura, ci deviano a tratti dall’obbiettivo principale dei nostri eroi. Tuttavia la cura maniacale che é stata messa per creare questo universo, che fa la parte di un personaggio a se stante, dovrebbe convincere gli amanti della space-opera.
Verdetto
Inventivo, bello, visualmente originale. Il Valeria di Luc Besson é riuscito. Si puó a pieno titolo mettere al fianco dei classici del genere. Una boccata di aria fresca in mezzo a blockbusters di Sci-Fi sempre più spesso uguali gli uni agli altri. Questo film porta lo spettatore in un universo così ricco quanto affascinante. Besson é riuscito a dare un “fratello” al suo Quinto Elemento.
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